Histoire du soldat

di Igor Stavinsky

 

con Sergio Stefini (il narratore), Lorenzo Betti (il soldato),

Giuseppe Amato (il diavolo), Silvia Dezulian (la principessa)

 

e con Tommaso Santini (violino), Francesco Petri (clarinetto), Augusto Palumbo (fagotto),

Nicolò Zorzi (contrabbasso), Giovanni Lucero (cornetta),

Demetrio Bonvecchio (trombone), Roberto Pangrazzi (percussioni)

 

luci e scene Andrea Coppi

direttore Alessandro Arnoldo 

 regia Massimo Lazzeri

 

 

 

Un bonheur, c’est tout le bonheur, deux, c’est comme s’il n’existait plus.  

                                                           Una felicità è tutta la felicità; due felicità, è come se non esistessero.

[C.F. Ramuz, dal libretto dell'Histoire du soldat]

 

 

 

Nel 50° anniversario della morte del grande compositore russo Igor Stravinsky, abbiamo deciso di riproporre la sua Histoire du Soldat. Ideata nel 1918, quest'opera fu scritta per cercare di ovviare ad una situazione economica e artistica estremamente difficile, allora provocata dalla Grande Guerra, e prevedeva l'allestimento di un piccolo teatro ambulante che fosse facilmente trasportabile da una località all’altra della Svizzera, dove il compositore si trovava in esilio. La realizzazione dovette naturalmente tener conto della difficoltà del periodo storico e per questo Stravinsky previde un ensemble strumentale che è di fatto un’orchestra in miniatura: un violino e un contrabbasso per gli archi, clarinetto e fagotto per i legni, cornetta e trombone per gli ottoni ed infine un set di batteria. La parte teatrale venne affidata ad una voce narrante, due attori ed una ballerina: insomma, a tutti gli effetti un piccolo teatro portatile. Ed è proprio a causa di una pandemia, quella di febbre spagnola, che la tournée di Stravinsky in quell’anno così difficile per l'Europa e per il mondo si dovette interrompere. Ecco quindi un altro parallelismo con l’oggi e un altro stimolo: portare idealmente a termine questo progetto interrotto nella sua forma originale, trovando nella cultura e nella musica la forza di resistere a un momento in cui ancora una volta il mondo è attraversato da una crisi pandemica.

L’importanza di quest’opera oggi si estende sicuramente anche al piano del contenuto. Histoire du Soldat è, come recita lo stesso sottotitolo, una storia da leggere, recitare e danzare - nonché, naturalmente, da suonare.

Il testo, scritto da C. F. Ramuz, che racconta i dissidi di un povero soldato in licenza, con le lusinghe e i tranelli del diavolo, è tanto fantasticante e poetico quanto nudo e diretto. È una fiaba, una parabola, che parlava all’ascoltatore durante la Grande Guerra, così come parla a quello odierno, dell’importanza di accorgerci del bello di cui disponiamo e di accantonare le nostre sfrenate - e spesso diaboliche - ambizioni in nome della sola, unica felicità: quella che abbiamo nel momento presente, ma di cui non ci accorgiamo.

 

Età consigliata: dai 10 anni

Durata: 1 ora e 10' circa

Tecniche utilizzate: teatro d'attore, musica eseguita dal vivo, scenografie disegnate durante lo spettacolo



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Video girato il 14.8.21 all'auditorium del Parco Urbano di Lavis (in una serata molto ventosa).

 



Una produzione dell'associazione "Il Volo", realizzata con il contributo economico della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto.